Cassa_Mutua_Direttori_Giustizia_Prelievo_forzoso

Quale Cassa Mutua per gli ex Direttori della Giustizia?

Qualche giorno addietro è circolata fra gli Uffici Giudiziari una nota, diramata dalla Cassa Mutua Nazionale tra i Cancellieri e i Segretari Giudiziari, dai contenuti certamente condivisibili. In buona sostanza, nella stessa si lamentava l’avvenuto livellamento “al ribasso” della figura del Direttore: circostanza questa che ha comportato lo svilimento dell’elevata qualificazione che ne contraddistingue, da sempre, la figura professionale. La nota in questione, a firma della Presidente della Cassa Mutua dr.ssa Marta Merendino, è consultabile all’indirizzo http://www.cassamutuacancellieri.it

Detto questo e proprio alla luce della situazione professionale che va delineandosi, giustamente denunciata dalla Presidente della Cassa Mutua e che ha determinato, è bene dirlo, la ragion d’essere della nascita del Sindacato Fenice, è giusto porsi qualche domanda su ciò che ancora giustifica, ad oggi, la permanenza di una Cassa Mutua così come configurata.

Detta Cassa Mutua Nazionale venne istituita e disciplinata dalla Legge 11 maggio 1951 n.384, quale ente mutualistico posto sotto la vigilanza del Ministro della Giustizia. Vi appartengono ex lege, in qualità di “soci”, i Direttori (attualmente ex Direttori, già ex Direttori Amministrativi e ancora prima ex Funzionari C2: vincitori, questi, di un concorso per l’accesso al quale veniva richiesto, già a decorrere dai primi anni ’90, il possesso di una laurea magistrale in Giurisprudenza, o di un titolo equivalente).

A prescindere dalla considerazione (….che potrebbe apparire ovvia, ma che tale non è…) in base alla quale l’adesione ad un ente mutualistico, di qualsiasi natura, dovrebbe essere frutto di una scelta volontaria fatta dal lavoratore a seguito di accurata analisi costi/benefici, sì da ritenersi non corretto il prelievo ex lege, dalla busta paga di ciascun “ex Direttore” della Giustizia, di una somma che supera € 240,00 euro all’anno (sui cedolini stipendiali la cosiddetta “ritenuta di categoria”, contrassegnata dal codice 800/030, è attualmente pari ad € 21,54 mensili), c’è da chiedersi a quale titolo possa giustificarsi ancora oggi, in vista della creazione delle nuove “famiglie professionali” che livellano le categorie determinando la sostanziale mortificazione dei titoli di studio, l’esistenza di un trattamento “mutualistico” diversificato di situazioni lavorative analoghe: dal momento che il prelievo mensile sembrerebbe applicarsi, ex lege, unicamente agli stipendi degli “ex direttori”.

Per quanto riguarda la personale esperienza di chi scrive, nel 2019 venne richiesto un contributo a seguito della morte di un ascendente (contributo stabilito pari a 500,00 €, a fronte dei circa 7000,00 ad oggi già versati); la Cassa Mutua rispose, nel marzo del 2022, che l’istanza risultava occupare, in cronologia, la posizione 154. Nel marzo del 2023 lo scrivente aveva acquisito “ben” 26 posizioni, essendo stato… “promosso” alla posizione 128, ma con la cortese precisazione che “allo stato attuale non è possibile dire quando la Sua istanza sarà presa in esame, viste le numerose istanze in attesa e la notevole riduzione dei fondi assegnati dal Ministero a questo Ente”.

Lascio a chi legge qualsiasi considerazione al riguardo, sottolineando il fatto che uno dei propositi di Fenice è quello di affrontare la questione della permanente mutualità “coatta” degli ex Direttori della Giustizia con una maggiore cognizione di causa. Anche per ribaltare questo aspetto e porre fine ad un insensato prelievo forzoso dalle nostre tasche chiediamo a tutti i colleghi di sostenere Fenice che sta lottando pur non godendo di alcuna prerogativa sindacale per restituire a tutti i colleghi Funzionari laureati una dignità professionale ed economica ormai erosa sotto diverse forme e in diversi aspetti.

Francesco Massidda – Consigliere Nazionale Sindacato Fenice

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