Quale componente del Consiglio Nazionale, co-fondatrice del Sindacato Fenice e responsabile dell’organizzazione degli eventi ho pensato, in occasione del lancio ufficiale della nostra attività sindacale, di intervistare il responsabile nazionale di Fenice Domenico Scardino, per approfondire insieme a lui la portata dell’innovazione che la nostra Organizzazione vuole conferire al panorama della Pubblica Amministrazione italiana, condividendo con i nostri lettori questa chiacchierata.
M.N. – Buongiorno Domenico. Dunque ci siamo, l’attività del primo Sindacato dei Funzionari Laureati del Comparto Funzioni Centrali è partita. Quali sono gli obiettivi principali?
D.S. – Buongiorno Monica. Direi che il primo obiettivo è quello di ridare dignità ai Funzionari Laureati con laurea magistrale/specialistica del Comparto ripristinando il valore dei titoli di studio e professionali che i decisori di fatto hanno voluto abrogare rendendoli validi solo ai fini di scarne progressioni economiche.
M.N. – Eppure il Governo ha messo in campo importanti strumenti per incentivare il conseguimento della laurea da parte dei dipendenti pubblici, penso all’iniziativa PA 110 e lode che prevede anche agevolazioni economiche in convenzione con le Università.
D.S. – Si, potrebbe apparire come una contraddizione in termini. Da una parte si incentiva a conseguire una laurea e dall’altra si nega la progressione professionale mettendo sullo stesso piano chi ha una laurea specialistica con chi ha quella breve o non ce l’ha proprio. Al netto della chimera di poter accedere nell’attuale Area delle Elevate Professionalità la quale ogni giorno che passa mostra più chiaramente la sua connotazione di sogno infranto.
M.N. – Quindi…?
D.S. – In realtà non penso affatto si tratti di una contraddizione. Piuttosto ritengo si voglia che tutto il personale della Terza Area sia laureato per offrire una prestazione lavorativa migliore ma utilizzato come forza lavoro massiva a disposizione della Dirigenza nella logica di “tutti fanno tutto”. E con retribuzioni da lavoro sottopagato, e non lo dico io: parla il parametro dei 60.000 euro previsti per un’Elevata Professionalità paurosamente sproporzionato confronto alla retribuzione media di un Funzionario massificato. Una logica in chiave “cinese”: masse di lavoro qualificato, sottopagate. “Praterie verdi” per i Sindacati che, da quello che vedo, cercano di acquisire più consenso portando in questa Terza Area così appiattita un numero sempre maggiore di dipendenti dalla Seconda Area. Anche perchè da qui a qualche anno credo che una laurea breve ce l’avranno tutti… augurandoci che non si ripeta con le convenzioni quanto accaduto in passato quando, in alcuni casi, abbiamo assistito al conseguimento di lauree e master in tempi sorprendentemente brevi. Ecco, a mio giudizio, questo è un settore a cui si dovrebbe mettere mano restituendo all’Università Pubblica il compito esclusivo di laureare la gente magari cercando di slegare i finanziamenti che questa riceve dal numero di laureati che sforna.
M.N. – Parliamo del progetto di Fenice di riforma della Quarta Area
D.S. – Come sai, il progetto nasce proprio dalle considerazioni che abbiamo appena fatto. Vogliamo ribaltare il paradigma della massificazione che conduce inevitabilmente a disincetivazione, insoddisfazione professionale, abbandono e scarsa attrattività. Sta succedendo oggi. E’ una riforma nata già fallita. Noi proponiamo un modello opposto: un percorso professionale incentivante in un ambiente a fortissima vocazione all’eccellenza.
M.N. – Se dovessi spiegare il progetto di Fenice ad un giovane collega laureato cosa gli diresti?
D.S. – Gli direi quello che già sa benissimo: che adesso rimanendo in Terza Area non ha alcuna possibilità di crescere professionalente anche se qualche sindacalista senza scrupoli potrebbe illuderlo con la prospettiva di progredire nell’attuale Quarta Area le cui probabilità di accesso sono drammaticamente e realisticamente scarse se non nulle. Ed ecco che questa riforma sbagliata, per la quale nessuno pagherà, sta portando i nostri giovani colleghi ad impegnarsi nello studio per altri concorsi che offrano prospettive di crescita e di valorizzazione dei loro titoli. Il progetto che il nostro Sindacato ha elaborato incentiva i nostri giovani a rimanere, a concentrarsi sul lavoro e a crescere offrendo un ventaglio di possibilità ora inimmaginabile.
M.N. – Vogliamo spiegarlo più in dettaglio?
D.S. – Il nostro progetto integrale è sul sito https://sindacatofenice.it che invito tutti a visitare e dal quale ci si può associare per dargli forza e contribuire a realizzarlo. Si tratta di una vera e propria rivoluzione per i Funzionari Laureati che vogliamo in Quarta Area con livelli diversi di responsabilità e con una ricerca del merito ovunque si trovi. Abbiamo mutuato l’esperienza di Google e di altre multinazionali che fondano sul merito il loro successo a livello globale. Il futuro porterà con sè sfide fino ad un decennio fa impensabili. Per garantire efficienza verranno sempre di più richieste competenze specifiche di alto livello, conoscenza delle lingue, conoscenza di meccanismi e materie per operare in ambienti lavorativi sempre più settorializzati ma interconnessi tra di loro, anche in contesti internazionali. La Pubblica Amministrazione italiana non potrà reggere dinnanzi ad un mondo che cambia rapidamente e continuamente in termini di innovazioni normative, tecnologie, scenari, se continua ad essere vecchia e a ragionare con logiche basate su vecchi utilitarismi di parte, anche sindacali. Eliminare i livelli di responsabilità e di coordinamento specializzati intermedi rappresenta a mio giudizio un errore fatale.
M.N. – Nella concezione di futuro di Fenice c’è un fortissimo coinvolgimento della Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Ce ne vuoi parlare?
D.S. – Si, decisamente. Per tutte le progressioni nella rinnovata Quarta Area sarà necessario affrontare un corso-concorso interno su materie prevalentemente relative alla famiglia professionale per la quale si concorre. Abbiamo previsto, come ho detto prima, che tutti possano partecipare per tutte le qualifiche. La SNA occupa un ruolo chiave nel nostro progetto perchè è con essa che le Amministrazioni dovranno progettare i corsi che poi la Scuola realizzerà con la collaborazione anche di docenti esterni, abbiamo pensato, attraverso collaborazioni con le Università Pubbliche del Paese. Vogliamo liberare le migliori energie presenti nel pubblico per creare in esso eccellenza.
M.N. – Quindi anche chi non riuscirà a superare un corso-concorso avrà comunque occasione per aggiornarsi su materie vertenti il suo lavoro. Giusto?
D.S. – Proprio così. Vogliamo innescare un circolo virtuoso di formazione continua magari pensando che anche se non vincitore il candidato potrà in virtù del corso completato fruire di un bonus per il corso-concorso successivo. Un sistema incentivante per fornire un aggiornamento continuo di “livello universitario” contro l’attuale concezione di aggiornamento molte volte affidato a privati che utilizzano modalità in e-learning o di fruizione da remoto lacunose, con materiale didattico inidoneo e metodologie inefficaci che ingenera confusione e risultati finali discutibili.
M.N. – I colleghi più anziani potrebbero sentirsi esclusi da questa attenzione rivolta ai giovani. Ma noi sappiamo di aver pensato a tutti vero?
D.S. . Assolutamente si. Con le norme di prima applicazione abbiamo previsto dei meccanismi che conferiscono la giusta dignità che titoli ed anzianità meritano. Seguendo una gradualità di responsabilità legate all’esperienza maturata e alle qualifiche precedentemente ricoperte. Con la possibilità per tutti di concorrere alle posizioni superiori. Vogliamo che vecchio e nuovo si innestino in una convivenza ottimale. Lo abbiamo fatto pensando ad una Quarta Area tutta composta da elevate professionalità, vice-dirigenziale nelle sue posizioni apicali e per questo a contrattazione separata.
M.N. – Qualcuno ha detto che le posizioni all’interno di questo progetto di Quarta Area sono troppe.
D.S. – No. La massificazione è stata giustificata dai decisori con le tendenze presenti nei sistemi produttivi di ridurre i profili accorpandoli. Se questa concezione potrebbe essere valida per un sistema produttivo industriale a mio avviso non può e non deve applicarsi ad una Pubblica Amministrazione chiamata a fornire servizi ai cittadini in un contesto che deve rimanere scevro dalla logica dell’utile, come dicevamo in continua evoluzione anche con modalità lavorative nuove come quella da remoto che a maggior ragione necessità di un’attività di coordinamento affidata a profili intermedi a seconda delle dimensioni dello staff di cui è parte il lavoratore.
M.N. – Quindi la progressione professionale come necessità di avere all’interno della P.A. quadri fortemente specializzati in grado di coordinare, a diversi livelli, strutture partecipando all’attività lavorativa e apportandovi le proprie competenze. Possiamo dire così?
D.S. – Hai colto nel segno. Aggiungo che l’effetto collaterale è rappresentato dall’incentivo a studiare approfondendo le materie di competenza e a dare di più nella propria attività con la soddisfazione di operare in contesti di qualità professionale elevata.
M.N. – Ultima domanda Domenico. Come rispondiamo a chi definirà questo progetto un sogno ad occhi aperti?
D.S. – Noi abbiamo disegnato il futuro mentre il fallimento di chi ha disegnato il presente è sotto gli occhi di tutti. E non servono gli spot pubblicitari o gli ingaggi di personaggi dello spettacolo per dire che la P.A. è bella. Resta quella che è con un terribile presagio Bertiano…”finchè la barca va…”. Il nostro progetto è per far andare la barca… sempre. E sempre meglio. Nell’interesse della P.A. e dei Funzionari laureati che sono impegnati a rappresentarla.
M.N. – Grazie Domenico.
D.S. – A te. Buon lavoro.
Monica Nicito – Consigliere Nazionale del Sindacato Fenice