Contro la volontà di tanti iscritti, il Consiglio Nazionale di Fenice ha votato all’unanimità la cessazione dell’attività del Sindacato Fenice per mancata condivisione da parte dei colleghi Funzionari del Comparto Funzioni Centrali con laurea magistrale/specialistica del suo progetto.
Ricordiamo in breve che il nostro progetto prevedeva di aggiungere a costo zero per lo Stato e ad invarianza giuridica (due elementi che ne rendevano giuridicamente, economicamenre e politicamente fattibile la sua realizzazione) due nuovi profili all’attuale area delle Elevate Professionalità o Quarta Area che sarebbe diventatata così la tanta agognata Area Quadri di eccellenza , destinata solo ai laureati, con il profilo di Funzionario Esperto (tutti gli attuali Funzionari con laurea magistrale/specialistica specifica per la famiglia di appartenenza), di Direttore (che avrebbe permesso di “salvare” il profilo) e, in posizione apicale, l’attuale incarico di E.P. destinato come vuole il Governo solo alle figure di eccellenza, quindi ai super-professionisti specializzati. Progetto che non è mai stato contestato o criticato o ritenuto irrealizzabile da alcuno. Insomma, c’era solo bisogno di un importante numero di adesioni per appoggiarlo e tramutarlo in provvedimento.
La nostra visione, rimandando ad un secondo momento rivendicazioni economiche, avrebbe realizzato in primis il riconoscimento delle lauree magistrali/specialistiche su quelle triennali e sui diplomi di scuola media superiore, tutti titoli attualmente equipollenti in Terza Area, nonchè la salvaguardia del sistema di progressione professionale “salvando” (alla Giustizia e al MEF), o reintroducendo (nelle altre Amministrazioni), il profilo di Direttore.
Quindi da due anni abbiamo iniziato a divulgare, prima con il Coordinamento e poi strutturandoci in Sindacato (soluzione obbligata per chi vuole diffondere i comunicati sulle mail istituzionali), questo progetto, certi della sua realizzazione, grazie ad una adesione in massa dei colleghi con laurea magistrale o specialistica. Sicuramente un progetto che abbisognava dell’adesione di migliaia di colleghi (mille o duemila sono sicuramente destinati a fallire perchè insufficienti per rappresentare uno strumento di pressione politica) ma realizzabilissimo visto che nell’intero Comparto Funzioni Centrali di Funzionari laureati ce ne sono tante migliaia la cui protesta unitaria farebbe tremare le vene e i polsi a qualunque Governo e a qualsiasi Sindacato rappresentativo.
Immaginavamo che il progetto venisse accolto con entusiasmo dai laureati neo-assunti nella Terza Area che avrebbero visto in esso l’apertura di un percorso professionale e la collocazione in un’Area nella quale il titolo di accesso fosse rappresentato proprio dalla laurea, che venisse accolto dai colleghi più anziani con gioia, quale riconoscimento, finalmente, del loro lavoro da Funzionari qualificati e dai Direttori ai quali offrivavamo salvezza e riscatto. E che venisse accolto persino dalla Triplice e dalla politica convinti dall’adesione in massa al progetto che qualcosa scricchiolava nella rappresentanza e che fosse giunta l’ora di pensare anche ai laureati.
Ebbene il progetto dopo due anni di sforzi, pressochè settimanali, per diffonderlo ha raccolto l’adesione di 70 persone. Un evidente mancato accoglimento di un’idea alla quale avevamo legato, dichiarandolo in tutte le Sedi e in tutti i comunicati, l’esistenza stessa del nostro Sindacato.
Una coerenza che strutturalmente ci ha guidato e ci è appartenuta per mancanza di interessi, poteri, affiliazioni, padroni confederali o politico-partitici. Siamo nati liberi e moriamo liberi.
Sul perchè i Funzionari laureati non abbiano aderito al progetto, dobbiamo ringraziare il nostro Sindacato Fenice per averci offerto, tra le altre preziose esperienze che hanno arricchito il nostro bagaglio personale, anche alcune osservazioni alla base delle quali c’è anche la consapevolezza di chiudere senza rimpianti e senza quel senso di fallimento di chi sbaglia la visione. Eccole:
- molti neo-assunti giovani (per modo di dire visto che l’età media è 35 anni) entrano nelle Amministrazioni già con l’intento di diventare dirigenti quindi appaiono completamente disinteressati al fatto che per tutta la vita rimarranno funzionari al pari dei colleghi diplomati o con laurea triennale. Impegnati a studiare per i concorsi dunque non leggono e non valutano nulla, si chiudono nelle loro stanze anche coccolati da una dirigenza che teme di perderli in un desolante svuotamento degli uffici per pensionamenti o per rifiuto da parte dei vincitori di concorso. Risultato: l’80/90% di loro per semplice calcolo statistico rimarrà funzionario a vita equiparato al collega diplomato. Con la beffa di poter concorrere in tutta la vita lavorativa al massimo a 5 scatti stipendiali da 170 uro l’uno. Meno dell’inflazione. E con pensioni decisamente insufficienti. Contenti loro…
- per i funzionari laureati più anziani le motivazioni della mancata adesione al nostro progetto passano dal disinteresse di chi si è sempre accontentato del posticino fisso (a titolo di esempio ricordiamo una collega che nominata Direttore si rifiutò di lasciare il suo incarico in archivio), all’ignavia di chi è nei “cerchi magici” degli incarichi, passando per quelli che si sentono Elevate Professionalità in pectore e come tali guardano solo alla Quarta Area sognando stipendi dirigenziali. In questo caso la possibilità di arrivare in Quarta Area prima delle pensione sfiora lo zero assoluto mentre continueranno a presentarsi nei loro incarichi all’esterno come semplici funzionari di Terza Area magari circondati da Dirigenti nelle Commissioni in cui sono chiamati a far parte. Decisamente mortificante, ovviamente per chi non guarda solo ai piccoli guadagni degli incaricucci temporanei. Contenti loro…
- gli ex-Direttori che se ne stanno andando in pensione come un funzionario diplomato. Contenti loro…
- I Direttori che stanno per essere cancellati dagli integrativi, gli unici che stanno accennando ad una protesta non tanto per la cancellazione del profilo quanto piuttosto per l’aspirazione che gli è stata fatta balenare di poter accedere automaticamente nell’attuale Quarta Area. I sogni sono gratuiti, questa ipotesi molto meno visto che, per esempio, alla Giustizia far accedere nell’attuale Quarta Area gli attuali 1600 Direttori costerebbe 80 milioni di euro l’anno!! (il calcolo: il differenziale stipendiale attuale netto per arrivare alla retribuzione di 60.000 euro è di 25.000 euro a testa. Moltiplicato per due perchè con i contributi che vengono versati allo Stato dalle Amministrazioni equivalgono al doppio della retribuzione. Quindi 50.000 euro per 1600 direttori equivarrebbe a 80 milioni di euro appunto). Il risveglio già nelle parole di risposta del Ministero alla richiesta di accedere tutti in area E.P. : la contrattazione si fa con i Sindacati rappresentativi e in Quarta Area si entra per concorso...come dire: benvenuti tra i funzionari diplomati. Contenti loro…
Chiudiamo questa nostra esperienza senza rammarico alcuno avendo visto Direttori protestare contro l’abolizione del proprio profilo con in tasca la tessera sindacale pagata a chi quel profilo l’ha voluto cancellare. Contenti loro… Senza rammarico alcuno perchè abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere impegnando tempo, denaro, competenze, risorse personali, giorni di ferie (perchè non abbiamo goduto di alcuna prerogativa sindacale non essendo rappresentativi) per offrire un’alternativa, una via di salvezza, un modo per riscattare la dignità professionale con la serietà di chi, riconoscendone l’impossibilità, non si inventa altro illudendo gli iscritti ma va via offrendo la restituzione delle quote.
Senza rammarico alcuno se non quello, l’unico, di non essere riusciti a regalare la realizzazione di un’Area Quadri a chi ha creduto in noi, ai nostri iscritti. I nostri iscritti che hanno smentito una generalizzazione descrittiva di qualcuno, importante, che così ha inteso giustificare l’attuale carattere iper-elitario dell’attuale Quarta Area: se non sono capaci di salvaguardare i loro interessi professionali e continuano ad inseguire obiettivi irrealizzabili, senza neanche studiare le norme che li riguardano, si deve ritenere non abbiano nemmeno le capacità per accedere alla Quarta Area.
Noi ci abbiamo provato sul serio a cambiare le cose. Quanti colleghi, che pure si lamentano esclusivamente nel perimetro dei loro uffici, potranno fare la stessa affermazione ai colleghi, ai loro figli e ai loro nipoti? Contenti loro…
Con la scomparsa di Fenice sparisce l’unico Sindacato che rappresentava gli interessi dei Funzionari laureati e muore definitivamente la speranza di valorizzazione della laurea magistrale/specialistica e di un profilo correlato, al netto di un 2/5% di possibilità di accedere alla Quarta Area o di vincere un concorso da Dirigenti. Contenti voi…Noi no.
Grazie Presidente, grazie colleghi del Consiglio Nazionale.
Grazie per il tempo che avete dedicato ad un progetto giusto.
Perché, qui, stiamo parlando di giustizia, quella giustizia che sappiamo tutti non essere sempre riconosciuta.
I funzionari con laurea magistrale specialistica sono stati sacrificati in nome dell’interesse della politica privatistica e dei sindacati utili solo a batter cassa con un numero elevato di iscritti.
Guardate se sono andati a toccare la classe prefettizia o i magistrati. Ve lo immaginate consentire ad un semplice diplomato il passaggio automatico in una di queste carriere? Decisamente IMPENSABILE. E allora perché il nostro titolo di studio, pari al loro, viene calpestato?
Non sono delusa, non sono affranta, io sono FURIOSA soprattutto nei confronti di chi è rimasto inerme di fronte alla nostra fine.
E stiamo ancora a sentir parlare di meritocrazia….
ma fatemi il piacere!
Analisi sempre lucida, coerente e onesta. Siamo parte di questa Italietta, mi torna alla mente “L’uomo qualunque” di Giannini. Un movimento che parlava alla pancia degli elettori con linguaggio populistico e che nato nel 1944 vide la sua fine nel 1948. La storia non insegna e a fronte di pochi illuminati c’è sempre una massa pronta a seguire il potere, anche quello più cieco, più becero e propagandistico.
Sono profondamente d’accordo con te. E’ questo il problema del nostro Paese. Sono avvilita, io stessa ho provato a coinvolgere i colleghi funzionari del MEF e non ci sono riuscita. Sono basita. Ma come ci stanno togliendo risorse, futuro e soprattutto dignità e voi non vi opponete all’appiattimento? Ormai solo pecore.
Francesca
Ho avuto parte attiva nella fondazione del “Progetto Fenice” ed ho sperimentato, insieme agli amici e colleghi con i quali abbiamo condiviso questa idea, che qualsiasi nuova proposta che non provenga da un contesto fortemente aggregato, non genera curiosità, ma diffidenza. Non credo sia stato valutato il progetto con attenzione, non ci si è offerti di dare un contributo per migliorare il progetto, non si è capito che si trattava di un progetto nato dal basso, che intendeva sensibilizzare i decisori sulla realtà che tutti noi laureati magistrali, funzionari o direttori, stiamo sperimentando: azzeramento di incentivi, appiattimento, demansionamento. I colleghi non si sono fidati di un progetto aperto, all’interno del quale avrebbero potuto avere parte attiva, proponendo, creando, agendo. Si è voluto vedere in Fenice la solita creazione a vantaggio di questo o quel gruppo ristretto: si è visto il dito, non si è guardata la luna. Peccato. La struttura sindacale, creata non senza impegno e difficoltà, avrebbe potuto facilitare il raggiungimento degli stessi obiettivi per cui, ad esempio, stanno giustamente lottando i Direttori della Giustizia. I quali, tuttavia, hanno aderito in minima parte a Fenice. Peccato. Come per i Magistrati onorari, le divisioni e le diverse “strategie” non gioveranno alla nostra causa. Peccato che soprattutto i più giovani non l’abbiano capito, i maggiori vantaggi sarebbero stati per loro.
Sono un Direttore della Giustizia. Non ho partecipato alla manifestazione e non aderirò allo sciopero perché sono consapevole che chiedere per tutti i colleghi la Quarta Area sia un errore clamoroso che farà chiudere le possibilità di trattativa con il Ministero e il Governo. Dovevamo chiedere un incontro con la Meloni e chiedere di far modificare il nuovo Contratto Collettivo di Lavoro. Stiamo sbagliando tutto e ci costerà caro.
Il problema è che hanno tutti ragione. I direttori della giustizia rivendicano l’elevata professionalità in relazione alle funzioni previste dal profilo professionale di elevata qualificazione e vicarie del dirigente, funzioni che avevano anche i direttori del mef fino a pochi mesi fa, ex apposito DPR. Costoro chiedono, in ottemperanza all’art. 13 del CCNL, “il corretto inquadramento nell’area EP sulla base della corrispondenza tra la declaratoria del profilo e quella dell’area EP”, cosa che avremmo dovuto chiedere anche noi direttori del MEF. Difficile che tale richiesta venga accolta da chi ha lavorato da anni per diminuire le prerogative dei funzionari di elevata specializzazione soprattutto ex direttivi. In realtà, la declaratoria è prevede addirittura mansioni superiori rispetto alle ep che non hanno le funzioni vicarie del dirigente se non su delega. Pertanto i direttori della giustizia non si riconoscono nel progetto di Fenice. Molti direttori ed esperti mef, profili ex C3 non più messi a concorso da circa 20 anni, non si riconoscono in Fenice perché pessimisti sulla rappresentatività e ormai delusi pensano alla pensione. I funzionari di mezza età si lamentano ma, in fondo, non hanno subito la retrocessione, quindi, a parte qualcuno che ha capito di essere nella palude, pensano alle PEO. I giovani studiano per i concorsi da dirigente. Fenice ha cercato di trovare un equilibrio tra le varie posizioni ma il progetto non è stato compreso. Probabilmente, l’esito sarebbe stato diverso se le centinaia di direttori della giustizia, e non solo, fossero stati in via del Corso quando andammo ad esporre il nostro rammarico, poco prima della firma del CCNL. Comunque, grazie al Presidente ed al direttivo del grande lavoro svolto e di averci provato. Buona vita a tutti.
Caro Corrado,
sono passati quasi due anni da quando, prima della firma dell’attuale CCNL, fummo ricevuti come delegazione del Coordinamento dal Presidente dell’Aran per esporre le nostre ragioni e chiedere la revoca dell’abrogazione del profilo di Direttore. Da allora abbiamo lavorato sodo per smuovere le coscienze ma l’ignavia, il disinteresse, l’ingordigia hanno avuto il sopravvento. E comunque le funzioni vicarie del Dirigente le avevavamo tutti i Direttori di tutti i Ministeri. Abbiamo provato a dire a quelli della Giustizia che la storia insegna invitandoli a non ripercorrere gli stessi errori fatti da altri e costati molto cari. Non ci hanno ascoltato.
L’unico motivo per cui i Direttori di Giustizia si credono discendenti diretti degli Imperatori romani è che, al contrario degli ex Direttori delle altre Amm.ni centrali, l’hanno sfangata per 12 anni. IL vecchio C.C.N.L. mantenne le tre posizioni nelle Aree ma permise, ai singoli Ministeri, di modificare tale assetto coi rispettivi Contratti Integrativi. Lo fecero tutte le Amm.ni centrali, riducendo ad una le qualifiche di ogni Area, TRANNE GIUSTIZIA. Ora però è proprio l’ultimo C.C.N.L. che ha livellato le qualifiche nelle 3 Aree (motivo per cui nella 3^… tutti Funzionari) e gli integrativi NON possono modificare tale assetto nelle singole Amm.ni.
Ragion per cui hanno voglia di protestare i Direttori di Giustizia, non approderanno a nulla. L’unica soluzione per loro potrebbe essere un rinvio SINE DIE del loro integrativo, ma è escamotage che non potrà reggere all’infinito. Magari ci riuscissero, riaprirebbero un portone per tutti gli altri…
Davvero un grande peccato la rinuncia a rappresentare una categoria i cui interessi sono in effetti poco rappresentati dalle altre sigle sindacali generaliste, più che altro per una questione di numeri essendo la seconda area degli assistenti più numerosa.
Nel mio piccolo ho provato a discuterne con i vari colleghi ma la diffidenza del nuovo e la scarsa propensione al rischio di chi sceglie il “posto fisso” non ha lasciato terreno fertile, anche se sono certo che se ci si limitava ad una semplice raccolta di firme l’adesione sarebbe stata fortissima, quasi unanime.
Ogni modo, capisco l’impegno richiesto nel portare avanti un tale progetto, ma qualsiasi attività richiede dei tempi di avviamento, che un paio di anni possono essere nulla ed è normale “operare in perdita”; più è grande e lontano l’obiettivo rispetto allo stato di fatto e più l’opinione pubblica richiede tempo per essere plasmata e concedere fiducia.
Ne aggiungei un altro, di motivo: la differenza (che c’è, eccome se c’è… anche se faceva comodo non farla emergere) tra il “Funzionario laureato” ( assunto da diplomato, che ha conseguito la laurea in seguito e a cui il Ministero non ha mai chiesto il possesso di laurea e dunque che a carte scoperte non avrebbe avuto nulla da reclamarre) e il “Funzionatio Laureato”, assunto con possesso di laurea (pochissimi ex Direttivi e pochissimi neo-assunti).
Il fine anche nobile se vogliamo del sindacato è stato sporcato da spaccature evidenti tra tutti i funzionari. Nello stesso articolo di chiusura del sindacato elencate 4 tipi di funzionari disinteressati….e che ci fa piacere che non potremo più progredire?
Senza contare che si sono aperte posizioni di “interpello” questione neppure pubblicizzata, istituto previsto già da tempo in altri ministeri ma non al ministero dell’Interno.
Sono un funzionario laureato dal 2003 e mentre i miei predecessori si sono avvalsi di parecchi “livelli economici” questo a me non è accadrà, ma non sarei mai diventata neppure un 4^ livello perchè le posizioni organizzative sopperiscono benissimo ad un costo bassissimi alle carenze di figure altamente specializzate.
Non mi dilungo oltre. Il problema è che siamo pochi e non andiamo neppure d’accordo.
Peccato. Purtroppo Fenice è stata una voce nel deserto…… INASCOLTATA tranne quelle decine di colleghi che come me hanno aderito a questo progetto di riqualificazione professionale. Non è andata così………….
Dispiace che questa continua e progressiva massificazione non abbia scosso le coscienze dei colleghi.
Ci perdiamo tutti. A noi non viene riconosciuto il percorso accademico e professionale che la P.A. ha usufruito e la stessa P.A. svalutando queste professionalità si troverà davanti funzionari sempre piu’ demotivati.
Forse meritiamo davvero la massificazione: siamo pochi (in confronto agli altri profili ben rappresentati dai grandi sindacati), divisi, discordi, litigiosi e pronti a farci lo sgambetto.
Allle mie figlie potrò dire che ci ho provato con tutta me stessa a cambiare le cose, che fondare fenice e fare parte del suo consiglio e’ stato un onore. Grazie ai colleghi del direttivo! Grazie agli iscritti per la fiducia che ci e’ stata data. Un ringraziamento speciale va a Domenico per il lavoro, l’impegno, la passione che ha messo in questo progetto. Un caro saluto a tutti
Nella chat dei miei colleghi Direttori della Giustizia ieri la chiusura del Sindacato Fenice è stata accolta da molti con ilarità e soddisfazione. Frasi del genere “speriamo che non risorga mai più” o i R.I.P. lasciano intravedere il livello di colleghi che pretendono di andare in Quarta Area. Non ero un iscritto a Fenice anche se ci stavo pensando ma sono convinto che la chiusura di un Sindacato che rappresentava i nostri interessi di Direttori della Giustizia sia per noi una perdita molto grave. I colleghi che agiscono come una curva sud cercando lo scontro tra poveri hanno già perso.
D’accordo in tutto Presidente, tranne sul fatto che si chiuda con FENICE.
Chiedo ancora un ripensamento. Dobbiamo tenere duro almeno fino al prossimo CCNL.