Fenice scrive al Presidente-della-Repubblica

Fenice scrive al Presidente della Repubblica

Abbiamo appena inviato via pec al Presidente della Repubblica il testo che leggerete sotto contenente anche una richiesta di incontro. Questa nuova iniziativa nel quadro di una serie di attività che mirano ad aprire un dialogo con le più alte cariche dello Stato per sensibilizzarle, in concomitanza con l’apertura della nuova stagione contrattuale, sulla grave situazione professionale in cui versano i Funzionari con laurea magistrale/specifica e che solo il Sindacato Fenice sta rappresentando a tutti i livelli con estrema tenacia. E’ una battaglia dura che ha bisogno dell’appoggio di tutti i colleghi. Iscriversi a Fenice adesso significa essere parte di questa battaglia per un futuro professionale, lungo o breve che sia, migliore. Trattori e dirigenti docet.

Ill.mo Signor Presidente,

le sottraiamo solo pochi minuti per portarla a conoscenza di alcune domande che ci siamo posti come organizzazione sindacale nata per una necessità dettata, a nostro parere, da un drammatico vuoto di rappresentanza. Ecco le nostre domande:

  • è possibile che ai Funzionari con laurea magistrale/specialistica del Comparto Funzioni Centrali dello Stato venga negata, con un accordo tra Sindacati e Aran, la possibilità di progressione professionale, cancellando con un colpo di spugna una preesistente possibilità ed equiparando giuridicamente tutti al profilo di Funzionario, indipendentemente dai titoli di studio posseduti e dell’esperienza professionale acquisita?
  • è possibile dunque che venendo meno la possibilità di carriera all’interno delle Amministrazioni Statali il valore giuridico della laurea magistrale /specialistica e dei titoli universitari successivi sia stato abrogato?
  • è possibile bandire sino al 2020 concorsi pubblici per Direttore per la partecipazione ai quali è stata richiesta, conditio sine qua non, la laurea magistrale/specialistica oltre ad una abilitazione professionale per poi due anni dopo, con un accordo tra Sindacati e Aran, abolire tale figura professionale equiparando giuridicamente il Direttore a un Funzionario senza laurea?
  • è possibile affermare che la possibilità di progressione di carriera, ancorchè soppressa nella Terza Area, appare garantita verso una Quarta Area rimasta invece nel 90% delle Amministrazioni sulla carta ancorchè introdotta con una legge senza copertura finanziaria a monte?
  • è possibile che un accordo tra Sindacati ed Aran vada contro diritti costituzionalmente tutelati quali l’elevazione professionale dei lavoratori facendoli, al contrario, retrocedere?

Da queste domande alle quali abbiamo risposto e continuiamo a rispondere con un “non è possibile” è nato il nostro Sindacato Fenice, un Sindacato, come dicevamo, di necessità. Un gruppo di colleghi Funzionari ed ex Direttori, tutti con laurea magistrale/specialistica, master, specializzazioni universitarie e abilitazioni alle professioni giuridiche, economiche, linguistiche, della comunicazione, che come altre migliaia di colleghi nelle stesse condizioni, sono stati retrocessi, appiattiti ed equiparati giuridicamente a personale non laureato o con laurea triennale.

Per non parlare dell’aspetto retributivo causa di estreme difficoltà economiche, specie per i colleghi che vivono nelle metropoli del Paese, e ai quali l’ultimo Contratto ha risposto con una progressione economica fatta da massimo 5 scatti da circa 200 euro per l’intera vita lavorativa!! Mille euro in quarant’anni. Ma si può?

Ed è veramente sconfortante ascoltare la replica dei decisori che tentano di ammorbidire le proteste affermando che la chiave di volta per ovviare alle ristrettezze economiche sarà costituita dalle Posizioni Organizzative. Peccato che in molte Amministrazioni le P.O. conferite continuano a non superano le poche decine all’anno e peccato ancora più grande che queste vengono retribuite, per esempio al Ministero dell’Interno, con circa 200 euro al mese. 200 euro per ricoprire responsabilità dirigenziali mentre gli stipendi dei dirigenti, in costanza di identici titoli di studio e perofessionali di tanti Funzionari, continuano a volare.

Una “tempesta perfetta” la progressione professionale negata e stipendi non più all’altezza di un mercato dalla speculazione fuori controllo, tempesta dalla quale tanti giovani, ancorchè vincitori di concorso, preferiscono tenersi fuori, rinunciando al posto.

Un fenomeno quello dell’abbandono della PA, della rinuncia da parte dei vincitori di concorso e della scarsa attrazione del pubblico impiego denunciato ormai quasi quotidianamente da organi di stampa e persino da chi, con una preoccupante bipolarità, questo disastro l’ha creato.

E allora, Signor Presidente, vorremmo incontrarla. Si, per illustrarle meglio quanto qui sinteticamente ha avuto la pazienza di leggere e cosa abbiamo progettualmente pensato per porre rimedio a scelte, a nostro avviso, dissennate che stanno demotivando, allontanando, deprimendo, mortificando e distruggendo un’asse fondamentale per la vita del Paese. Il nostro.

Sindacato Fenice

Il Presidente Nazionale

About Sindacato Fenice

29 commenti

  1. Questo articolo è un urlo contro l’ingiustizia; è l’urlo di rabbia di chi ha studiato, si è formato e, anziché intraprendere ben remunerate carriere manageriali, ha dedicato la propria vita nel servizio al pubblico con orgoglio e passione, finendo in ultimo per essere mal retribuito, svilito e appiattito. Complimento al ns Presidente Domenico Scardino per le capacità di sintesi e immediatezza nella scrittura di articoli estremamente efficaci e d’impatto.

  2. Condivido tutte le iniziative

  3. Ormai laureati e diplomati nel comparto funzioni centrali siamo uguali.
    Siamo tutti funzionari della 3 AREA.

    • E non va bene, per niente. Soprattutto tenendo conto che i diplomati sono diventati funzionari con un concorso interno barzelletta, rispondendo a domande tipo “quanti erano i 300 della poesia La spigolatrice di Sapri?” 🙂

  4. Impeccabile. Andrebbe inviato anche alla Presidenza del Consiglio e ad altri Ministri

    • Maria Antonietta Farina

      Si giusto, meglio sarebbe al Presidente del Consiglio, perchè la Presidenza è vasta e una lettera potrebbe perdersi…o meglio essere ignorata!

  5. Impeccabile. Andrebbe inviata anche alla Presidente del Consiglio e ad altri ministri.

  6. Analisi molto lucida che spiega bene l’assurda situazione creatasi con la soppressione della figura del Direttore.
    Interessante anche la riflessione sulle posizioni economiche che probabilmente andrebbero ripensate se non abolite del tutto dal momento mentre i fondi ad esse riservati potrebbero essere usati diversamente.
    Direi anche che, fermo restando l’impegno fondamentale e sacrosanto di questo sindacato per la situazione dei funzionario laureati, tutto il pubblico impiego andrebbe rivalutato sia come “prestigio” sia, ovviamente, come livelli remunerativi.

  7. Oramai le nebbie si sono completamente diradate ed il quadro è perfettamente chiaro. Tale chiarezza non deriva più da congetture strampalate o chiacchiere da bar tra “fannulloni”. La concretezza dei fatti sta dichiarando il declino senza ombra di dubbio e senza possibilità di appello. Quanto si può ancora andare avanti facendo finta di nulla o proponendo ricette impossibili se non addirittura risibili e ulteriormente denigratorie? E i casi sono due o è una questione di volontà scientemente perseguita oppure i dipendenti della pubblica amministrazione sono gestiti da totali incapaci. Fate voi…

  8. Ascolti Sig. Presidente le nostre ragioni ed il nostro grido di dolore

  9. bravo il dott. Scardino.

    condivido

    nella pubblica amministrazione apparteniamo purtroppo ad una terra di mezzo
    né sopra né sotto conviene ascoltarci

    si spera nel futuro in figure neutre ed illuminate

    • A un certo punto accade. Solitamente dopo aver oltrepassato la metà della vita. È dapprima una sensazione indistinta, quasi un leggero malessere. A mano a mano, con il tempo, prende la forma di un’idea. E questa idea contiene un’intuizione che inizialmente può essere molto amara. Non hai fatto la carriera che avresti voluto, non sei arrivato là dove,
      ti sembrava naturale che saresti arrivato. E il futuro non sembra annunciare grandi novità. Anzi, ti appare sempre più chiaro che, nella migliore delle ipotesi, conserverai ciò che hai. Che, appunto, non era quello che avresti voluto: il lavoro da cui aspettare quelle gratificazioni che volevi, l’occupazione che immaginavi quando stavi chino sui libri, certo che il tanto studio avrebbe portato certamente a un discreto successo.
      A questo punto è fondamentale capire perché quel successo non è arrivato. Ragionare sulle cause, isolare le responsabilità, dividere ciò che frutto di scelte personali e ciò che è invece conseguenza di condizioni esterne. E qui bisogna essere molto onesti. È proprio quello che stiamo facendo con Fenice.

  10. Ottimo articolo. Spero che qualche consigliere giuridico del Presidente esponga la situazione con eventuali suggerimenti da rivolgere al Governo e alle Camere.
    Sicuramente si sta alzando il tiro.
    Speriamo che il Presidente che si dice aperto alle esigenze di tutti, possa accordare un incontro ad una rappresentanza di Fenice

  11. Mi associo alle vostre richieste
    Bravi

    • A un certo punto accade. Solitamente dopo aver oltrepassato la metà della vita. È dapprima una sensazione indistinta, quasi un leggero malessere. A mano a mano, con il tempo, prende la forma di un’idea. E questa idea contiene un’intuizione che inizialmente può essere molto amara. Non hai fatto la carriera che avresti voluto, non sei arrivato là dove,
      ti sembrava naturale che saresti arrivato. E il futuro non sembra annunciare grandi novità. Anzi, ti appare sempre più chiaro che, nella migliore delle ipotesi, conserverai ciò che hai. Che, appunto, non era quello che avresti voluto: il lavoro da cui aspettare quelle gratificazioni che volevi, l’occupazione che immaginavi quando stavi chino sui libri, certo che il tanto studio avrebbe portato certamente a un discreto successo.
      A questo punto è fondamentale capire perché quel successo non è arrivato. Ragionare sulle cause, isolare le responsabilità, dividere ciò che frutto di scelte personali e ciò che è invece conseguenza di condizioni esterne. E qui bisogna essere molto onesti. È proprio quello che stiamo facendo con Fenice.

  12. La situazione è davvero paradossale e questo ottimo articolo ne evidenzia benissimo ogni aspetto.
    Speriamo di trovare ascolto in una figura così carismatica.

  13. La situazione è talmente paradossale che ogni commento sarebbe superfluo. Confidiamo tutti nell’autorevole intervento del Presidente della Repubblica.

  14. Grazie al nostro Presidente e alla sua ottima capacità di sintesi. Noi non ci arrendiamo. Vogliamo essere ascoltati nelle sedi istituzionali perché pensiamo che a qualcuno sia sfuggita di mano l’importanza di avere una classe di funzionari che dal dopoguerra alla prima repubblica ha rappresentato onorevolezza e affidabilità. Dopodiché è iniziata una lenta opera di destrutturazione del pubblico ritratto nel fannullone. Abbiamo ingoiato anche questo sperando in un momento di transizione che portasse a un reale rinnovamento della PA. Stiamo invece assistendo a una lenta eutanasia, dove nessuno ha il coraggio di staccare la spina né di somministrare farmaci.

  15. Siamo funzionari dello Stato che la nuova contrattazione sta non indebolendo ma asfaltando.
    E’ profondo lo sconforto derivante dalla scarsa considerazione che si ha del funzionario dello Stato laureato, responsabile, affidabile, onesto e si appalesa sempre più la ratio della nuova strategia: la privatizzazione della P.A..
    Lei Sig. Presidente della Repubblica è l’ultima speranza di giustizia per noi vecchi funzionari, per le prossime generazioni ma soprattutto per i cittadini che, in un futuro non troppo lontano, si troveranno a dover pagare profumatamente tutti quei servizi volti a garantire il godimento dei diritti fondamentali della persona come il diritto alla salute, alla sicurezza, all’istruzione, etc.

  16. DA NON LEGGERE, da non leggere perché è un ceffone in faccia a chi ha trascorso la propria vita al servizio dello Stato e dei cittadini. È un ceffone che fa male ma che mi motiva a sostenere il nostro Sindacato, il NOSTRO SINDACATO che nasce per fare quello che gli altri sindacati non fanno più da tanto tempo, abituati ormai a sedersi e firmare qualsiasi cosa….chissà per quale motivo.

  17. Condivido in pieno tutto quello che è stato scritto. Mi permetto di aggiungere anche l’umiliazione e il senso di frustrazione di quanti lavorano nei diversi Uffici del Ministero dell’Interno o di altre Amministrazioni simili, che considerano i Funzionari dell’Amm.ne Civile – magari con 30 anni di carriera e professionismo alle spalle -, sempre un passo indietro non solo di fronte ai pari grado della Polizia di Stato, ma anche rispetto ai giovani Funzionari appena usciti dai corsi di formazione.

  18. Essere laureato magistrale con titoli post laurea ed abilitazione oltre ad avere lavorato come direttore per decine di anni, con l’ultimo CCNL equivale ad avere il diploma di scuola superiore e/o essere come un funzionario appena assunto. Retrocessione senza demerito per i direttori.
    Ringrazio Fenice, l’ultimo avamposto contro l’appiattimento!

  19. L’articolo mette perfettamente a nudo i problemi e le ingiustizie che la maggior parte dei “direttori” o meglio “ex direttori” dei ministeri e comparti pubblici hanno cominciato ad assaggiare, mentre chi lavora come me nel Ministero dell’Interno ha già abbondantemente ed amaramente sperimentato già da qualche decennio, visto che da autentico dicastero “pilota” è stato il primo a decretare lo sfacelo organizzativo, motivazionale e, quindi, funzionale dell’Amministrazione Pubblica.

    Infatti in qualità di EX Direttore Amministrativo Contabile – C3 – Nono Livello Funzionale, ho assistito (impotente, incredula ed avvilita) all’accorpamento della mia categoria nell’Area Funzionale Terza, disposta da uno spregevole Contratto Integrativo (con il placet della Funzione Pubblica) mediante l’inquadramento forzato nella qualifica di Funzionario Economico Finanziario, comprendente contestualmente anche chi, fino al giorno prima, aveva rivestito il 7^ e l’8^ livello funzionale con la qualifica rispettivamente di Funzionario Amministrativo Contabile – C2 e Collaboratore Amministrativo Contabile -C1.

    In pratica, si è voluta realizzare una promozione (sul campo del contratto integrativo) dei Collaboratori, assurti miracolosamente al rango di Funzionari (senza titoli, prove, corsi..) ed una clamorosa ed altrettanto vergognosa RETROCESSIONE, amarissimamente iniqua, nella professionalità e nella dignità, di tutti quelli che, come me, per decreto (sulla base di CONCORSI, TITOLI, GRADUATORIE, CORSI E TIROCINII, ANNI DI SERVIZIO E PROFESSIONALITA’ MERITORAMENTE ACQUISITE) hanno rivestito, con responsabilità e competenza, il ruolo di Direttore, assumendo la gestione di Uffici o Aree Economiche nell’ambito del Ministero dell’Interno, costruendo quotidianamente e minuziosamente un corposo e poliedrico bagaglio curriculare ed esperenziale, sommandolo altresì a tutte le attività sistematicamente espletate con rigore e spesso contrastando tante/troppe cattive prassi consolidate e tenute “ad arte” lontanissime dal perseguimento dell’efficacia, dell’efficienza e della qualità del servizio da rendere al cittadino utente.
    La predetta tipologia di contrattazione, ormai sempre più in voga cela, anche maldestramente, l’ennesimo tentativo di mortificare il merito a favore della “qualifica qualunquista”, visto che la stragrande maggioranza degli EX Collaboratori, così sfacciatamente promossi, sono semplici diplomati il cui maggior “merito” è dovuto alla fortunata circostanza, statisticamente rilevante, dell’appartenere alla stessa qualifica di quasi tutti i dirigenti sindacali.
    A me piacerebbe che al di là, della conoscenza delle professionalità e delle competenze esplicate dalla nostra categoria, il Sig. Presidente della Repubblica, anche come ns/ supremo rappresentante in quanto massima carica dello Stato che noi ci ostiniamo a far “funzionare” nella ordinarietà e troppo spesso anche nella straordinarietà dei procedimenti amministrati, riuscisse ad immaginare o magari anche a verificare il CONTESTO dentro il quale ognuno di noi si trova ad operare (incompetenti ed irresponsabili compresi, il più delle volte di rango dirigenziale) e nel quale ci sentiamo comunque onorati di lavorare (spesso nel completo nascondimento e senza compensi adeguati) alla causa del Pubblico Bene.
    Certo nel nostro Paese questo può essere solo denominato “sogno”, ma sono i visionari che hanno cambiato il corso della Storia laddove chi ha continuato a trarre i propri profitti navigando placidamente nella confortevole prassi consolidata, non è riuscito a vedere al di là della proprio naso, alias “profilo”.

    Pasqua Antonelli

  20. Mi scusi Presidente
    Ma questo nostro Stato
    Che voi rappresentate
    Mi sembra un po’ sfasciato
    E’ anche troppo chiaro
    Agli occhi della gente
    Che tutto è calcolato
    E non funziona niente

    Questi versi di Gaber, di oramai oltre 20 anni, sono anche il nostro grido di protesta, non perchè lo abbiamo voluto o abbiamo concorso a “sfaciare” l’Italia, ma perchè ce l’hanno imposto.
    Signor Presidente noi funzuonari con Laurea Magistrale/Specialistica, siamo uno dei pochi baluardi rimasti a puntellare la P.A. Quelli che permettono allo stato di FUNZIONARE!!

  21. Infatti in questo modo, con le recenti riforme, viene avallato il sistema del non riconoscimento della meritocrazia;l’appiattimento brutale, il fatto che in questo Paese il capitale umano e l’immane investimento in denaro e fatica che lo rendono tale non conta nulla e non frutta l’avanzamento di carriera che dovrebbe. Così, tanto per fare un esempio, un funzionario non laureato ha il duplice vantaggio di non aver investito soldi e tempo libero nello studio e quindi di aver potuto accedere al lavoro a 20 anni, ottenendo i tanto agognati 40 anni di contributi ai fini pensionistici a 60 anni! Di contro, un laureato specializzato o con dottorato, entra nel mondo del lavoro a 30 anni (se va bene) e non arriverà mai ad avere i requisiti pensionistici dei 40 anni se non a 70 anni e oltre. Non solo, neanche si può dure che coprirà lo svantaggio di dover entrare più tardi rispetto a un non laureato nel mondo del lavoro con una retribuzione maggiore! Dunque un individuo razionale, oggi, cosa dovrebbe concludere? E’ valsa la pena studiare e formarsi così a lungo?

  22. Presidente Mattarella ci rivolgiamo a Lei quale garante imparziale delle norme costituzionali: il trattamento finora riservato ai funzionari laureati – che dovrebbero essere i migliori rappresentanti dell’apparato statale – grida vendetta!

  23. Sig. Presidente, la prego di accogliere le aspettative di chi ha trascorso parte della sua vita servendo questa
    Pubblica Amministrazione (enti locali, Questura e Prefettura). Non permetta di svalutare la nostra professionalità. Forse se nonostante la carenza di personale e diverse difficoltà contingenti, si riesce a svolgere il proprio lavoro senza pregiudicare o mettere in difficoltà la Pubblica Amministrazione, forse il merito è anche degli oscuri e bistrattati funzionari che compiono quotidianamente il loro dovere. FORSE

  24. A un certo punto accade. Solitamente dopo aver oltrepassato la metà della vita. È dapprima una sensazione indistinta, quasi un leggero malessere. A mano a mano, con il tempo, prende la forma di un’idea. E questa idea contiene un’intuizione che inizialmente può essere molto amara. Non hai fatto la carriera che avresti voluto, non sei arrivato là dove, 15 anni fa magari, ti sembrava naturale che saresti arrivato.
    È vero, non si sa mai, ma il futuro non sembra annunciare grandi novità. Anzi, ti appare sempre più chiaro che, nella migliore delle ipotesi, conserverai ciò che hai. Che, appunto, non era quello che avresti voluto: il lavoro da cui aspettare quelle gratificazioni che volevi, l’occupazione che immaginavi quando stavi chino sui libri, certo che il tanto studio avrebbe portato certamente a un discreto successo.
    A questo punto è fondamentale capire perché quel successo non è arrivato. Ragionare sulle cause, isolare le responsabilità, dividere ciò che frutto di scelte personali e ciò che è invece conseguenza di condizioni esterne. E qui bisogna essere molto onesti. È proprio quello che stiamo facendo con Fenice.

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