Per tutelare e difendere gli interessi dei nostri iscritti Direttori della Giustizia, abbiamo inviato venerdi al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri della P.A. e della Giustizia una pec (leggila alla fine di questo articolo), che in questi giorni consegneremo a tutti i Capo Gruppo di Camera e Senato. Nella nostra nota abbiamo chiesto, in primis, la sospensione dei tavoli negoziali sia presso l’Aran dove si sta rinnovando anche per il CCNL 2022-2024 l’appiattimento in Terza Area di tuttto il personale alla figura di Funzionario, sia presso il Ministero della Giustizia dove è in discussione l’integrativo che prevederà inesorabilmente l’abolizione della figura di Direttore.
Un atto dovuto quello della richiesta di sospendere i tavoli di contrattazione perchè, nelle more, abbiamo chiesto con la stessa comunicazione, e continueremo a chiederlo, un urgente ed indifferibile provvedimento normativo che inserisca due nuovi profili professionali in quella scatola rimasta vuota e senza copertura finanziaria che è la Quarta Area.
A chi pensa “che una lettera sono buoni tutti a scriverla tutti” e “figuriamoci cosa otterrete” rispondiamo di rendicontare a sè stesso/a in coscienza cosa abbia fatto in concreto per difendere il proprio profilo, la propria laurea e quella dei colleghi. Poichè l’esito di tale rendiconto per moltissimi colleghi siamo certi sarà pari a zero, noi andiamo a testa alta del sol fatto che continuiamo a portare sui tavoli istituzionali la voce della protesta mettendo “la pulce nell’orecchio” della politica sul fatto che c’è del marcio…nei Contratti.
Se i colleghi ci avessero ascoltato per tempo, revocando le loro adesioni ai Sindacati decisori e incazzandosi seriamente, probabilmente adesso avremmo già messo in piedi un movimento che avrebbe fatto paura e avremmo obbligato i Decisori ad ascoltarci. Adesso non è tardi, è tardissimo: alla Giustizia l’integrativo sta per essere firmato e la Quarta Area resterà una chimera.
Non è un’infausta previsione. E’ una storia già scritta. Noi di Fenice non stiamo un attimo fermi: studiamo, leggiamo, parliamo, ascoltiamo i colleghi e i Decisori. Non siamo indovini, analizziamo a fondo le carte e da quelle capiamo dove andremo. Beppe Grillo predisse con un anno di anticipo il fallimento della Parmalat. Quando l’azienda portò i libri in tribunale i giornalisti chiesero a Grillo come diavolo avesse fatto a fare quella previsione. Lui rispose molto candidamente: “ho letto i bilanci su internet”.
Chiunque avesse letto prima l’esito dei lavori della Commissione Paritetica sui sistemi di Classificazione professionale prevista dall’art 12 del CCNL 2016-2018 e poi la bozza del CCNL 2019-2021si sarebbe subito reso conto che sarebbe finita così: con la bozza del CCNI della Giustizia che non prevede più i Direttori.
Non lo sapevate? Certo non potevano essere i Sindacati dei quali avete la tessera e che mettono in atto questi provvedimenti a dirvi cosa stava succedendo. Noi invece abbiamo letto tutto così prima ci siamo costituiti in Coordinamento e poi abbiamo fondato un Sindacato dedito a combattere queste decisioni. Abbiamo letto tutto e abbiamo denunciato tutto: inascoltati, al netto dei nostri iscritti che posseggono una visione e che non finiremo mai di ringraziare.
E adesso che la protesta arriva con un ritardo letale cosa fare? La prima cosa l’abbiamo fatta: chiedere la sospensione dei tavoli negoziali. La seconda, in assenza di risposta, a stretto giro, visto i tempi ristrettissimi, è inviare le diffide legali a sospendere le contrattazioni.
Se il contratto integrativo alla Giustizia verrà firmato, Fenice ha già pronto il format completo di ricorso, sempre per il solito discorso che da anni stiamo studiando la questione sviscerandone con i nostri avvocati tutti gli aspetti e con la pregressa esperienza dei ricorsi di Interno e MEF. Peraltro abbiamo già melle mani una prima diffida che Fenice ha inviato a tutte le Amministrazioni ad ottobre dell’anno scorso e che vi alleghiamo in calce al presente articolo.
L’abbiamo detto e lo ripetiamo: la via giudiziaria non è quella da noi preferita. Per diverse ragioni. Ma… tant’è, ne saremo costretti perchè la protesta con numeri importanti per pretendere risposte di salvaguardia dalla politica non si è organizzata per tempo. Anche se si è sempre in tempo.
Ciò nonostante, come dicevamo, chiediamo come Sindacato al Governo e alla politica un provvedimento normativo d’urgenza per inserire nell’attuale Quarta Area due nuovi profili.
Sappiamo bene che molti colleghi Direttori o ex-Direttori quando sentono parlare di Funzionari laureati in Quarta Area saltano dalla sedia e, accecati da un controproducente classismo, partono all’attacco sulle chat senza una valutazione normativa e opportunistica della questione che va invece analizzata in tutti i suoi aspetti per proporre una soluzione dal punto di vista giuridico fattibile e soprattutto, immediata.
Non è possibile chiedere il passaggio automatico dei Direttori dalla Terza alla Quarta Area perchè l’attuale disciplina, e questo lo sappiamo proprio tutti, prevede uno stanziamento ministeriale, un bando con il 50% dei posti riservati agli esterni e una selezione/concorso che esclude l’automatismo. Gli incarichi, perchè di questo si tratta, sarebbero poi a tempo determinato rinnovabili.
Per bypassare tali attuali limitazioni chi immagina di chiedere una deroga all’attuale norma istitutiva della Quarta Area per far transitare tutti i Direttori dimentica che tutto l’impianto normativo generale che disciplina l’ordinamento professionale e i passaggi tra le aree, che prevedono nuove qualifiche e nuove retribuzioni, vieta gli automatismi imponendo riserve di posti e procedure selettive/concorsuali. Si dovrebbe novellare tutto. Impossibile. Così come sarà impossibile, per tali ostacoli normativi, che un giudice ordini una traslazione automatica in Quarta Area dei ricorrenti. Se si vince si ottiene di rimanere Direttori. Punto.
Il nostro progetto invece non richiede nessuna modifica. Basta integrare due nuovi profili nell’attuale Quarta Area: Funzionario Esperto e Direttore. Tutti quelli che vi devono passare posseggono il titolo richiesto per l’accesso all’attuale Quarta Area. Nessun nuovo profilo, le mansioni restano identiche e ad invarianza di spesa (l’aspetto economico lo vedremo dopo perchè se lo analizzassimo adesso scatterebbe l’infattibilità).
Altro aspetto fondamentale: i due profili per la loro natura e funzione non potrebbero essere a tempo determinato (come previsto per l’attuale E.P) e sarebbero blindati e a contrattazione separata perchè previsti da una legge dello Stato con copertura finanziaria per le retribuzioni dunque non intaccabili dalla Contrattazione Collettiva ed Integrativa che ahinoi attualmente può permettersi di abrogare profili con un colpo di spugna.
Vi pare poco? Sognate di accedere in Quarta Area da soli con 60/70000 euro di stipendio annuo? Continuate a sognare. Noi non ci siamo mai addormentati e pretendiamo una nuova Quarta Area (decisamente fattibile) che sia l’Area Quadri. Ci spetta di diritto.
Noi continuiamo a leggere, a studiare, a capire come difenderci. Se sei un Direttore, un ex Direttore o un Funzionario laureato unisciti a noi. La nostra quota mensile è un inno alla protesta per non morire, per non buttare alle ortiche i nostri sacrifici.
Il bravissimo collega Direttore della Giustizia che ha musicato un testo dedicato alla soppressione del profilo di Direttore immaginando una domanda del figlio che gli chiede perchè gli è stato tolto il titolo ci ha colpito e ha incarnato la nostra passione per la sua difesa. Perchè non è un semplice pennacchio come qualche imbecille magari impastettato di incarichi e favori dirigenziali ha detto. Piuttosto è la sintesi di sacrifici e rinunce.
Al
Signor Presidente della Repubblica
ROMA
protocollo.centrale@pec.quirinale.
Al
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia Meloni
Palazzo Chigi
ROMA
presidente@pec.governo.it
Al
Signor Ministro della Pubblica Amministrazione Sen. Dott. Paolo Zangrillo
ROMA
gabinettoministropa@pec.governo.it segreteriaministropa@pec.governo.it
Al
Signor Ministro della Giustizia
Prof. Dott. Carlo Nordio
ROMA
gabinetto.ministro@giustiziacert.it
caposegreteria.ministro@giustizia.it
Ai Capogruppo Parlamentari
di Camera e Senato
LORO SEDI
Oggetto: Ministero della Giustizia. Abrogazione profilo professionale Direttore Amministrativo.
Come noto, la bozza del Contratto Integrativo in discussione tra Ministero della Giustizia e OO.SS. ha previsto l’abolizione della figura professionale di Direttore Amministrativo equiparandola e massificandola al profilo professionale inferiore di Funzionario, profilo per il quale non è richiesto il possesso di laurea magistrale/specialistica.
Tale prevista abrogazione in recepimento del CCNL 2019-2021 che rende obbligatoria in tutto il Comparto Funzioni Centrali la cancellazione delle figure professionali superiori a quelle di Funzionario ovvero Funzionario Esperto e Direttore. I contratti collettivi nazionali precedenti avevano reso discrezionale per le singole Amministrazioni tale abolizione.
Si tratta, e non solo a nostro avviso, di una delle pagine più brutte e letali per il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione Italiana e, nel caso di specie, degli Uffici Giudiziari. Una scelta di Governo (attraverso l’Aran) e i Sindacati Rappresentativi che dequalifica figure fondamentali dal punto di vista professionale e di bagaglio esperenziale, indispensabili e non surrogabili per la direzione ed il coordinamento amministrativo degli Uffici Giudiziari.
Una scelta, a rigor di logica “del buon padre di famiglia”, dissennata se è vero come è vero che i Direttori Amministrativi sono stati assunti con tale profilo giuridico fino al 2021 attraverso concorsi pubblici che prevedevamo, condicio sine qua non, il possesso di laurea magistrale/specialistica e abilitazione professionale post-laurea. Nel 2022 il CCNL abroga senza alcun criterio logico questa figura professionale equiparandola giuridicamente al profilo professionale di Funzionario per il quale non è richiesto il possesso di laurea e per il quale, fino a fine anno come previsto dal vigente CCNL, si potrà accedere addirittura con il solo diploma.
Il profilo di Direttore della Giustizia non può e non deve essere abrogato. La sua abolizione porterebbe danni enormi agli Uffici Giudiziari che i Direttori, tantissimi abilitati alla professione forense, coordinano anche attraverso funzioni vicarie del Dirigente.
In tutti i Ministeri e le Amministrazioni Pubbliche l’abrogazione del profilo professionale di Direttore e l’istituzione di un unico profilo professionale di Funzionario, lo ribadiamo, per il quale non è richiesta la laurea rappresenta de facto un’abrogazione del valore giuridico della laurea magistrale/specialistica e una delle ragioni fondamentali (l’altra è l’inadeguatezza del trattamento economico) della fuga dei giovani laureati dalla PA.
L’assenza di copertura finanziaria della Quarta Area, che avrebbe dovuto rappresentare l’Area Quadri e nella quale avrebbero dovuto transitare, in primis, i Direttori del Ministero della Giustizia e tutti i già Direttori dei Ministeri e delle Amministrazioni della PA, la rende una scatola vuota usata solo come parafulmine per le legittime proteste che in questo momento stanno salendo dai colleghi Direttori della Giustizia e da tutto il personale laureato della PA.
L’incredibile abrogazione nella Pubblica Amministrazione Italiana del valore legale della laurea magistrale/specialistica ai fini del mantenimento dei diritti professionali acquisiti e del diritto alla progressione professionale di tutti i Funzionari laureati rende indispensabili misure indifferibili ed urgentissime che sanino tali vere e proprie violazioni di legge.
Chiediamo, attraverso un urgente provvedimento legislativo, che tutto il personale con qualifica di Direttore mantenendo tale qualifica venga transitato in ogni Amministrazione del Comparto Funzioni Centrali nell’attuale Area delle Elevate Professionalità nella quale prevedere come qualifica iniziale quella di Funzionario Esperto con laurea magistrale/specialistica.
Nelle more dell’emanazione di tale provvedimento chiediamo la sospensione delle trattative Aran – OO.SS per il rinnovo del CCNL 2022-2024 e la sospensione delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Integrativo in atto presso il Ministero della Giustizia.
Cordialità.
Roma, 30 agosto 2024
Il Presidente Nazionale
Dott. Domenico Scardino
Sempre chiaro e propositivo il nostro Presidente. L’unica soluzione reale, allo studio da ben due anni, aspetta solo le adesioni di tutti i funzionari laureati del Comparto Funzioni Centrali. Noi ci abbiamo creduto dall’inizio.
Nessuno si salva da solo. Insieme siamo una potenza. Vi aspettiamo numerosi per rivendicare le nostre legittime
aspettative e riottenere i nostri diritti cancellati dal CCNL 2019-21. Non rimandate oltre la Vostra adesione, sono già iniziate le trattative per il nuovo CCNL che non fa altro che confermare le previsioni del precedente. La nostra quota associativa corrisponde alla quota minima applicabile ai fini della rappresentatività. Last chance!!!!
ok
ci sono dei colleghi del mef ke vorrebbero fare ricorso.
contattateli
checceruni corrado
izzo immacolata
Cari colleghi Funzionari, ex Direttori e Direttori, vi invito a leggere le iniziative del sindacato Fenice che si propone di tutelare le nostre figure a differenza delle altre OO.SS. che non si sono minimamente adoperate, arrecando notevoli danni non solo a coloro che grazie all’acquisizione di un titolo di studio, quale la laurea, hanno intrapreso una carriera al servizio dello Stato, ma anche all’ immagine della P.A..
Come si può pensare di migliorare l’efficienza della P.A. se si demotiva il personale? A cosa sono serviti anni di studio e professionalità? Credo che tutti noi ci siamo posti questi interrogativi e per tale motivo vi esorto ad unirvi al nostro sindacato perché abbiamo bisogno di essere in tanti affinché le nostre rivendicazioni vengano ascoltate.
Caro Presidente sei sempre chiaro e propositivo. Da direttore dell ministero della Giustizia nonché fondatrice di fenice auspico che anche i miei colleghi di giustizia si uniscano a noi perché , se uniti e numerosi, potremo fare la differenza.
Vedo che nessuno legge la notizia
Con l’eventuale soppressione del profilo di direttore presso la Giustizia, giungerebbe a compimento il disegno iniziato con la soppressione della carriera direttiva, circa trenta anni fa, tramite il progressivo superamento delle posizioni giuridiche avvenuto inizialmente con i contratti integrativi e, infine, stabilito con il CCNL, volto a consentire la progressione tra le aree ai profili più bassi, quando sarebbe stato più logico attribuire incrementi economici.
L’iniziativa del sindacato Fenice è un atto di grande responsabilità e coraggio nel difendere i diritti e la dignità dei Direttori della Giustizia ma anche i funzionari laureati magistrali ex elevate professionalità come scritto nei bandi di concorso. La decisione di chiedere la sospensione dei tavoli negoziali e di inviare una PEC ai massimi vertici istituzionali dimostra la determinazione del sindacato nel proteggere un ruolo fondamentale, minacciato da decisioni contrattuali che potrebbero comprometterne l’esistenza. È essenziale che le voci di chi lavora con quella che finora era considerata elevata professionalità siano ascoltate e che si trovi una soluzione equa e giuridicamente sostenibile. Fenice sta dimostrando di essere un baluardo di resistenza contro un sistema che in molte realtà ha già appiattito professionalità di alto livello, e l’impegno a continuare la battaglia anche su un piano legale, se necessario, è da lodare. Unirsi a questo sindacato non significa solo difendere un titolo, ma dare un senso ad anni di sacrifici e impegno professionale e personale.