Riportiamo con due nostre domande il testo di un articolo riguardante la formazione e la progressione professionale nel pubblico impiego contenente alcune affermazioni del Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo apparso stamattina sul Messaggero on line:
Il governo prova a spingere sulla formazione dei dipendenti pubblici. La partecipazione ai corsi entrerà a far parte della valutazione individuale e peserà, dunque, sulla corresponsione dei premi. Non solo. Il raggiungimento degli obiettivi formativi conterà anche «ai fini delle progressioni professionali all’interno della stessa area e fra le aree e qualifiche diverse». La formazione, insomma, impatterà sulla carriera dei dipendenti pubblici. Il nuovo contratto prevede del resto, la possibilità di effettuare avanzamenti anche a prescindere dai titoli di studio. Dunque a pesare saranno soprattutto le attività di formazione. A stabilirlo è una bozza di direttiva che il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo invierà nei prossimi giorni a tutte le amministrazioni. La promozione della formazione dei dipendenti, inoltre, diventerà anche un obiettivo per la valutazione della performance dei dirigenti. Il testo, che Il Messaggero è in grado di anticipare, serve anche ad attuare uno degli obiettivi previsti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il 2023. Il Piano prevede infatti, che entro giugno del 2026 siano offerti corsi di formazione ad almeno 750 mila dipendenti pubblici, 350 mila dei quali delle amministrazioni centrali. Il Recovery plan, inoltre, stabilisce che almeno 525 mila di questi dipendenti (245 mila dei quali delle amministrazioni centrali) debbano completare con successo i corsi di formazione.
E allora due nostre domande per il Ministro Zangrillo:
DI QUALE CARRIERA STA PARLANDO SE ALL’INTERNO DELL’AREA TERZA, CON L’ACCORDO DEI SINDACATI, E’ STATA ELIMINATA LA POSSIBILITA’ DI PROGRESSIONE PROFESSIONALE CANCELLANDO LE POSIZIONI PROFESSIONALI GIA’ ACQUISITE E AMMASSANDO TUTTI NELL’UNICO PROFILO DI FUNZIONARIO A PRESCINDERE DA TITOLI ED ESPERIENZE’????
E CI DICA MINISTRO LE SEMBRA GIUSTO E LEGITTIMO AVER ABROGATO IL VALORE LEGALE DEI TITOLIO DI STUDIO VISTO CHE, COME RISAPUTO E COME SI LEGGE NELL’ARTICOLO DI STAMANI, “Il nuovo contratto prevede del resto, la possibilità di effettuare avanzamenti anche a prescindere dai titoli di studio“??
Nell’assoluta certezza che il CCNL 2019-2021 rappresenti il peggior contratto della storia del pubblico impiego contenente anche, a nostro parere, delle assurde violazioni di legge per le quali stiamo valutando un’azione giudiziaria, invitiamo tutti i colleghi funzionari laureati ad una indignata mobilitazione spontanea associandosi al nostro Sindacato Fenice.